Per un periodo ho sentito usare le parole amicizia e fratellanza in antitesi tra loro ed ancor peggio sembrava che chi frequentasse il cammino carismatico non potesse essere amico, addirittura una volta ci dissero che “sembravamo un gruppo di amici” dandogli un senso spregiativo, ma una delle prime parole che il Signore ci ha fatto comprendere è stata proprio: Amicizia.
Sulla Bibbia abbiamo la conferma di ciò in vari passi, ne cito alcuni:
Dico a voi, amici miei (Lc 12,4);
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. (Gv 15,14);
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. (Gv 15,15);
La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici a uno a uno. (3Gv 1,15).
L’amicizia è fiducia, non è egoismo, è disponibilità ad ascoltare, a porgere la spalla per piangere, a tenersi la pancia dal ridere, a minimizzare o giustificare gli errori, a non avere paura di essere giudicati per il nostro modo di essere, l’amicizia è soprattutto sentirsi liberi di chiedere senza obblighi sociali di perbenismo.
Ci è stato insegnato che se riceviamo qualcosa dobbiamo sempre contraccambiare perché non deve rimanere un debito di riconoscenza, ma il Signore ci dice: quando donate fatelo a chi non può fare altrettanto perché la vostra ricompensa è in cielo.
Nell’amicizia vera con la “A” maiuscola che deve nascere tra i fratelli e le sorelle della comunità dobbiamo esercitarci ad avere gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù. Non credo che rifiuteremmo l’invito di Gesù a pranzo o che non gli faremmo visita perché poi non siamo di grado di contraccambiare, ma con i fratelli lo facciamo.
Questo ovviamente dipende dalla nostra educazione ma anche e soprattutto dalle nostre ferite. Quante ferite e tradimenti nell’amicizia, addirittura qualcuno non ha ancora mai sperimentato l’amicizia, non la conoscenza o la colleganza, l’amicizia con la A maiuscola perché quando ha provato ad aprire il cuore è stato subito bruciato ed allora si è ritirato in se stesso fino ad arrivare a pensare che l’amicizia era una sua immaginazione, un suo sentimentalismo.
Ci sono persone di grande cuore ma molto ferite ed altre che sono ferite al punto da pensare di non avere cuore, ecco perché il Signore ci ha donato una comunità che pone l’amicizia alla base delle relazioni.
Siamo abbastanza bravi ad essere gli amici che “donano” ma siamo in cammino per accettarci come gli amici che “ricevono”.