18 giugno 2024 XI Settimana del Tempo Ordinario
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 5, 43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Anche i pagani sanno amare, anche gli atei: tutti capiscono l’amore che li lega agli altri e i prossimi li scegliamo noi, in base ad affinità, al tenore di vita, ad interessi comuni, a come capita…
Non si può essere amici di tutti. O no? Quando ero bambino, cioè molti anni fa, la gente che si incontrava per strada si salutava senza conoscersi. Siamo figli di uno stesso Padre che ama tutti allo stesso modo, o di una stessa terra. Se lo fai adesso l’altro si chiede: “Mo’ questo chi è, che vuole?”. È una questione di misure, “Quante volte, fino a sette?”, che è già un eccesso per Pietro. Se ci mettiamo a ragionare capiamo che chi usa arroganza o violenza non ragiona.
La reazione di inimicizia è sempre impulsiva, mossa da istinto di paura, di possesso… Ciò non toglie che l’autocontrollo non è scontato per nessuno.
Insomma il vangelo si capisce e a praticarlo lo sguardo va oltre l’ostacolo, oltre il muro della separazione che è l’inimicizia.