9 Febbraio 2023 Venerdì V Settimana del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Parola del Signore.
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Sono stupiti quegli uomini: i prodigi compiuti da Gesù sono troppo grandi per essere taciuti. È forte l’urgenza di dire a tutti quanto hanno visto con i loro occhi: quell’uomo non udiva – e ora ode; non parlava – e ora parla.
La meraviglia traspare dai loro volti le loro bocche proclamano il miracolo e lodano Gesù: ha fatto bene ogni cosa!
Parole, queste, da custodire da far diventare certezza e da ricordare quando il dubbio ci tormenta
e il timore ci fa dubitare: ha fatto bene ogni cosa, perché siamo creature amate e predilette da colui che ci custodisce e, con tenerezza infinita, si prende cura delle nostre fragilità.