9 Settembre 2023 Sabato XXII Settimana del Tempo Ordinario
DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 6, 1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i
suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Parola del Signore.
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I criticoni ci sono sempre, in ogni contesto. Ma sembrano fiorire rigogliosamente in alcuni ambienti, fra cui quello cattolico. Nelle parrocchie, nei movimenti, nei gruppi… ci sono sempre persone che si arrogano il diritto di criticare, di giudicare, di condannare. Sempre con estrema umiltà e cristiana rassegnazione, ovvio! Si sentono investiti da una missione divina che li spinge a difendere Dio ad ogni costo. Segretamente convinti del fatto che Dio li ammiri
per tanta fatica. Così i criticoni di Gesù si appellano alla sua presunta anarchia, al fatto che egli ignori le tante prescrizioni (di tradizione umana ma attribuite a Mosè!) che, secondo loro, ogni devoto avrebbe dovuto rigorosamente rispettare. E Gesù li coglie in fallo: citando un episodio narrato dalla Scrittura cui loro si appellano per giustificare la propria rigidità normativa, racconta di quando Davide, in fuga da Saul, si nutrì, lui e i compagni, dei pani consacrati in un santuario. Insomma: anche la regola più stretta ha le sue eccezioni e Gesù restituisce loro pan per focaccia. Stiamo attenti a non fare gli stessi errori!