Venerdì II Settimana di Avvento
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
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Quando tu dai la colpa agli altri, smettila: fai compassione! Dalla a te stesso la colpa! L’uomo è responsabile dei suoi atti fino in fondo. La vita dell’uomo è una battaglia su questa terra, ma con se stesso! Convertendosi all’amore di Dio, l’uomo interiormente diventa maturo, diventa serio, chiama le cose per nome, smette di giocherellare.
Quando ti metti in preghiera di certo balbetti, ma hai la grazia di Dio, hai fiducia, speranza; ti metti in ascolto di Dio e gli dai la possibilità di emergere dentro di te, di maturarti. E hai tutta la vita per fare questo!