4 Giugno 2022 Sabato VII Settimana di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,20-259
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Parola del Signore.
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Che significa il «discepolo che Gesù amava»? Faccio un paragone: in una famiglia con diversi figli c’è qualcuno che è taciturno, introverso, che risponde a parole mozzate; c’è chi invece è sempre fuori casa. C’è chi sta sempre attaccato al papà e chiede, racconta, vuole conoscere tutto. Al papà piacciono tutti i figli, ma con questo figlio che gli sta sempre attaccato parla di più, ascolta, risponde. Gli altri figli chiamano il loro fratello il “cocchino” di papà, il preferito, il prediletto di papà, ma non è vero, la verità è che questo figlio non molla mai il papà. Così era il discepolo che Gesù amava. Ognuno di noi è il discepolo prediletto, cioè il discepolo che Gesù ama. Dipende se ci lasciamo amare da lui.