3 Maggio 2022 Martedì III Settimana dopo Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,6-14)
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre?
Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore.
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Poiché i discepoli stanno con Gesù, lo conoscono già e il Padre l’hanno veduto. Ma Filippo chiede una manifestazione straordinaria del Padre. Gesù ribadisce che lui è l’unica via data agli uomini per vedere il Padre. «Io sono nel Padre e il Padre è in me». È la grande rivelazione che Gesù fa agli uomini. Lui e il Padre sono uno (Gv10,30). Conoscendo Gesù, si conosce anche il Padre.
Se io, in ogni momento, vivo pienamente la mia relazione di figlio col Padre, in Gesù, e il segno è il compimento della sua volontà, non solo libero me stesso ma do modo a Gesù di manifestarsi attraverso me e, nel medesimo tempo, io libero anche gli altri.
Perché ciò che soffoca gli altri è proprio il mio «Io»! Nella misura in cui noi ci attardiamo su noi stessi, impediamo la rivelazione del Figlio di Dio.