3 Novembre 2021 XXXII Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
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La folla lo seguiva quasi sempre, ovunque andava e Gesù, attento come era, la ascoltava e la accontentava nelle sue richieste.
Questa volta, forse perché l’ha vista ancora più numerosa, si volta e allarga a tutti le richieste che in altri momenti ha fatto ai suoi discepoli, perché nessuno debba sentirsi escluso dalla possibilità di seguirlo più da vicino. Perché i discepoli – è bene ricordarlo – Vengono anche loro dalla folla.