24 Novembre 2020 Martedì XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
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Verranno giorni …queste promesse - forse oso - sono in molti che vorrebbero vederle già attuate; non tanto - e qui oso ancor di più, e chiedo venia se oso troppo - per il desiderio gioioso di andare ad incontrare il Signore, quanto piuttosto per vedere la fine che faranno tutti coloro che non la pensano come loro e debbono essere puniti.
Non tocca a me dare giudizio su nessuno: questo è compito di Dio. Ciò non vuol dire che non si debba tener conto di queste parole di Gesù proprio come di tutte le altre, intendo solo sottolineare che la grande gioia che Dio può avere non starà nel condannare, ma nel salvare proprio tutti. Certo è che ciò comporta conversione; non c’è dubbio.
Ma prima di pensare a quella degli altri sarà bene tener conto che tutti possiamo aiutarlo e dargli gioia cominciando da noi stessi.