18 Aprile 2025 – Venerdì Santo – PASSIONE DEL SIGNORE
Vangelo del giorno: Gv 18,1-19,42
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
(…) Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
– Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
– Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (…)
Parola del Signore
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“Sitio”, “Ho sete”. Hai urlato? Immagino, piuttosto, che tu lo abbia mormorato con le ultime forze a tua disposizione. E se è l’ultimo pensiero di un moribondo, e per di più di Te moribondo, deve trattarsi di qualcosa di importante.
E allora mi chiedo: “Di cosa hai sete, Signore?” Non credo si tratti di acqua… Forse hai sete di amore perché in bocca senti l’amaro del male che ti ha inchiodato alla croce. Forse hai sete di vita, perché la morte si avvicina. Forse hai sete di pace, perché l’odio ti ha fatto male. Forse hai sete del Padre, perché nel dolore ci si sente soli. Potrei pensare alla stessa sete che sentiamo noi quando il dolore, l’odio, la paura, la morte ci attanagliano.
In quei momenti, Signore, anche noi abbiamo sete, ma nulla ci disseta se non troviamo Te. E allora, mi chiedo: “Hai sete di noi, Signore?” Se lo penso, il tuo Sitio mi entra nella carne, Gesù…
In punto di morte, Dio voleva me… Aiutami a dissetare la mia sete di Te, Signore, e, anche se sporca, accetta l’acqua che sono io. Rendimi e rendici in grado di portarti la sete nostra e di chi ci è accanto e di portare a tutti questa tua sete che ci inchioda.