8 febbraio sabato IV Settimana del Tempo Ordinario
DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 6, 30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Parola del Signore.
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Gesù ha compassione delle moltitudini che lo seguono per ascoltarlo. Compassione: cioè patisce con loro, perché sono stanche e avvilite per le tante ingiustizie che subiscono. Questi poveri, che seguono Gesù, erano come pecore senza pastore, cioè sbandate, senza nessuno che le difendesse. Non ci si può limitare a commuoversi di fronte agli oppressi: è necessario chiamare per nome chi opprime! Non ci si può limitare a emozionarsi davanti agli affamati: bisogna chiamare per nome chi affama. Non ci si può limitare ad andare a visitare gli orfani: bisogna portarli nella propria famiglia. Ognuno di noi detiene il bene dell’altro. Quando uno ha molto di più del necessario, significa che ha qualcosa che non funziona. Un popolo è veramente popolo quando non ha più alcun bisognoso. Un popolo langue nella misura in cui fa languire qualcuno. I poveri non possono aspettare!