«… io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»

18 Gennaio 2025 Sabato I settimana del Tempo Ordinario
DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 2, 13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore.
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Chi si pensa giusto, non sente certo il bisogno di essere chiamato a salvezza.
Chi si sente nel giusto – e giusto egli stesso – si guarda allo specchio e si crede perfetto, ma in realtà sta guardando soltanto una immagine riflessa della propria nudità.
Non chiede aiuto per coprirsi, non vede altro orizzonte oltre il proprio volto, e non riconosce neppure le ferite, – inferte agli altri e ricevute – che chiedono salvezza.
Chi si guarda allo specchio e si vede sbagliato, ferito e umiliato dai propri errori, grida oltre il muro dell’orrore, a cui risponde un cuore che risana, chiamandolo alla gioia.
E chi lo cura è un medico unico, che è egli stesso medicina e guarigione, balsamo e gioia risanante,
abbraccio di pace per chi ottiene occhi nuovi per amare la vita.