Immersi nello Spirito

Riflessione  sulla giornata di effusione nello Spirito Santo tenuta il 2 marzo 2025 nella parrocchia di San Tommaso Apostolo in Roma
a cura di Placido Conte.

Ricevere l’Effusione dello Spirito è vivere un momento privilegiato dello Spirito.
Non parliamo di una spiritualità vuota bensì sensata e seria come quella della Nuova Gerusalemme del Rinnovamento Carismatico che ci apprestiamo a vivere unitamente ad altri fratelli che hanno fatto della loro vita un dono.
Carissimi, quest’oggi (giorno di effusione), è un particolare evento di gioia per la vostra vita, i fratelli che pregheranno su di voi attraverso il gesto dell’imposizione delle mani, chiederanno allo Spirito Santo di donarvi una maggiore consapevolezza dei doni e dei carismi cristiani, gli verrà chiesto di attualizzare e rinnovare i sacramenti dell’iniziazione cristiana, battesimo e cresima, chiaramente questo momento ha un carattere puramente laico e non è un sacramento.

Carissimi, nella Bibbia, ci sono due modi diversi di rivelarsi dello Spirito Santo, due maniere diverse di agire. C’è anzitutto una maniera che chiamiamo “carismatica” e che consiste nel fatto che lo Spirito Santo dà doni particolari ad alcune persone particolari, in situazioni speciali, non per il loro bene, o per il loro progresso spirituale, o come premio della loro santità, ma solo per edificare la comunità, per servire la comunità. E così a uno vengono dati per esempio dei talenti artistici per abbellire il tempio, a un altro delle doti di governo, a un altro ancora doni di profezia. Di per sé le persone che ricevono questi doni non diventano, di conseguenza, più sante. Ad esempio Re Saul aveva ricevuto con l’unzione profetica il carisma di governare, ma questo, essendo stato egli infedele al Signore, non gli servì a molto.

Più tardi appare nella Bibbia un altro modo di agire dello Spirito che chiamiamo “trasformante” o “santificante”: lo Spirito Santo viene su una persona e non l’attraversa per raggiungere la comunità, ma si ferma su di lei e, trasformandola dall’interno, le dà un cuore nuovo, la rende accetta a Dio, la fa rinascere.

Nella profezia di Ezechiele, per esempio: “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36) lo Spirito agisce chiaramente in funzione della trasformazione della persona.

Nel Nuovo Testamento questi due modi di agire dello Spirito, queste due azioni (quella carismatica e quella santificatrice), le vediamo riflesse e manifestate quasi visivamente, nel racconto del giorno di Pentecoste.

L’azione trasformante, santificatrice dello Spirito Santo, nel racconto di Pentecoste la riconosciamo nella frase centrale degli Atti degli Apostoli al Cap. 2: «Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi».

Dopo il rumore di vento impetuoso, dopo le lingue di fuoco, tutti furono ripieni di Spirito Santo.

Che cosa è lo Spirito Santo? Per quel poco che possiamo balbettare noi, possiamo dire che lo Spirito Santo è Amore. È l’amore personale tra il Padre e il Figlio, che costituisce la vita trinitaria, la dolcezza, la luce, la gioia della vita trinitaria.

Tutto questo è espresso nella parola “Amore”. E allora dire che tutti furono ripieni di Spirito Santo vuol dire che tutti in quel momento fecero un’esperienza travolgente dell’amore di Dio.

L’Amore di Dio immaginiamolo come un oceano, che in quel momento ruppe gli argini e inondò gli Apostoli, le donne, i discepoli e questi furono battezzati nello Spirito Santo proprio come Gesù stesso aveva detto: «Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni» (At 1,5).

“Battezzati” vuol dire che sarete completamente immersi, sommersi dall’Amore di Dio.

Se pensiamo a quei momenti particolari della nostra vita in cui abbiamo fatto la nostra “pallida” esperienza di questo Amore, allora possiamo meglio immaginare cosa devono aver provato gli Apostoli in quel momento.

Questa è l’esperienza che hanno vissuto gli Apostoli nel giorno di Pentecoste. Non è soltanto una mia opinione, S. Paolo ce lo ha detto a chiare lettere in Romani 5,5: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».

Nel giorno di Pentecoste come abbiamo detto, appare anche l’azione carismatica dello Spirito. Cominciarono a parlare in altre lingue. L’atmosfera era così carismatica in quell’incontro, che la gente pensava che fossero ubriachi, proprio come accade se oggi qualche “estraneo” vede noi qui.

Ma soprattutto l’azione carismatica dello Spirito appare nella citazione del profeta Gioele, quando dice che è lo Spirito che dà profezie, visioni, miracoli e segni.

Questa azione trasformante e santificante dello Spirito, noi Cattolici, la chiamiamovita nuova”, è l’esperienza della grazia! questa è l’effusione, è ricevere la vita nuova! Un’esperienza, non un’idea. Il Rinnovamento Carismatico ci fa vivere il Cristianesimo in una esperienza di vita nuova e di gioia,  tale esperienza viene vissuta non più per costrizione ma per attrazione: il Rinnovamento Carismatico ha rivelato proprio questo nella Chiesa.

Io posso dire lo stesso per me e voi potete dire lo stesso per voi che il primo effetto che io ho sperimentato nella effusione è che quando ho aperto la Bibbia per leggere i passi, i Salmi che il Signore mi donava, sembravano scritti per me il giorno prima. Mi sono sentito attratto dalla parrocchia come da una calamita e stata propria una bella scoperta, la stessa preghiera è stata una scoperta, ho scoperto la forza della preghiera.

Il Rinnovamento Carismatico ha fatto riapparire nella Chiesa non solo l’azione santificatrice, trasformante dello Spirito Santo, ma anche l’azione carismatica. Il Rinnovamento Carismatico è stato la risposta di Dio alla preghiera di Papa Giovanni XXIII per una nuova Pentecoste. È stato anche la risposta di Dio a quello che la Chiesa aveva scritto nella Lumen Gentium 12: “Lo Spirito Santo non solo attraverso i Sacramenti e i Ministeri santifica la Chiesa ma anche distribuendo ogni sorta di carisma e questi carismi essendo atti per l’edificazione della Chiesa devono essere accolti con gratitudine e consolazione”.

Che gioia essere qui in questo momento insieme a tanti che hanno ricevuto e altri che sono in attesa di questa esperienza dell’effusione, ricevere la vita nuova.

«Nella sua enciclica sullo Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo – continua – Santo Giovanni Paolo II usa una stessa parola per più di 65 volte e la parola che usa è: Potenza, Forza, Potere.

Pensate forse che ci voleva dire qualcosa? Forse voleva dire che alla Chiesa mancava un po’ di potenza, mancava energia? No, ci stava dicendo che ognuno di noi deve attingere a questa potenza, deve avere la potenza dello Spirito Santo che si accende nella sua vita.

Gesù Cristo ci ha dato il mandato di essere santi, di essere missionari, annunciatori della buona novella fino ai confini della terra. Gesù, allo stesso tempo, ha promesso di darci tutta la forza necessaria per vivere questa vita di santità e per realizzare alla perfezione il compito che ci ha affidato.

Gesù Cristo ha dato a noi un immenso serbatoio di potenza che supera qualunque cascata, qualunque centrale di energia. Ci ha detto: “Tra qualche giorno verrete battezzati nello Spirito Santo e riceverete la potenza quando scenderà lo Spirito Santo. Rimanete in città finché non verrete rivestiti di potenza”. In altre parole: “Non provate a portare avanti questo compito senza la mia potenza”.

Noi Cristiani abbiamo bisogno della potenza dello Spirito Santo perché dobbiamo realizzare tante cose impossibili: amarci gli uni gli altri, così come il Padre ama il Figlio e il Figlio ama noi morendo sulla croce. Questo è il comandamento di Gesù e per fare questo dobbiamo diventare grandi santi. Tutta la nostra vita deve essere convertita e trasformata in preghiera. Paolo ci dice che dobbiamo pregare sempre. Come fare, dunque? Dobbiamo invocare lo Spirito Santo e per farlo occorrono solo tre parole: “Come, Holy Spirit”, “Vieni, Santo Spirito”».

Noi abbiamo bisogno della potenza di Dio per compiere le opere di Dio. Dobbiamo credere che i cambiamenti portati dalla Pentecoste nella vita di Simone che diventa Pietro, di Saulo di Tarso che diventa il grandissimo S. Paolo, potremmo viverli anche noi, se ci lasciassimo attraversare dalla potenza di Dio.

Voglio essere quello strumento attraverso il quale Lui possa riversare le acque di vita: questo è il progetto di Dio per ciascuno di noi, Lui vuole utilizzare ciascuno di noi per operare cose grandi nel mondo.

Tre piccole parole sono il grido della Pentecoste e oggi è Pentecoste. È un grido che può cambiare il mondo intero: “Vieni, Santo Spirito!”.

Infine, un consiglio mio. Anni fa i Carismatici facevano tanto “rumore”, allora voi oggi diventate ancora più rumorosi.

Vieni, Spirito Santo, nei cuori dei tuoi fedeli e Tu rinnoverai la faccia della terra. Amen».

Con questa invocazione allo Spirito Santo carissimi dobbiamo conservare ancora a lungo l’entusiasmo nell’annuncio e un cuore giovane.

E noi ci sentiamo “veramente” popolo, un popolo ricco di carismi che desideriamo mettere al servizio della Chiesa tutta.

L’Effusione è innanzitutto questo spogliamento che noi facciamo di tutte le nostre difese di questo scafandro del peccato che ci difende dal mare, ci isola e ci rinchiude in noi stessi ci appesantisce e ci rende goffi. Aiutati dai fratelli attraverso il percorso del seminario, i quali si sono dati gran da fare per svitare i bulloni, togliere il casco, sfilare i guanti, ecc…

Oggi prendiamo coscienza della presenza in noi dello Spirito Santo non è che prima Lui non c’era, ma oggi Lui ci mette in movimento, rigenerandoci, ossia ci fa rinascere di nuovo, ma questa volta siamo pienamente consapevoli che la vita che riceviamo è una vita soprannaturale, che supera la semplice umana.

Ci converte e illumina, ci esorta e corregge, ci consola e protegge, Lui la luce dei cuori, il consolatore perfetto, il Padre dei poveri, che tutta la chiesa invoca. 

Effetti dell’effusione 

Gli effetti dell’effusione potremmo dire che sono quelli che San Paolo definisce il Frutto dello Spirito: amore, pace gioia, pazienza benevolenza fedeltà, mitezza, dominio di sé. (Gal 5-22).

Abbiamo testimonianze di ogni categoria di persone che con l’effusione dello Spirito hanno testimoniato cambiamenti radicali nella loro vita, tantissimi fedeli laici, sacerdoti, religiosi, religiose che hanno riscoperto la loro vocazione e sono stati confermati nella loro consacrazione.

Da una inchiesta sono stati descritti i seguenti effetti dell’effusione: impressione forte che giunge fino alle lacrime,  calma, pace, senso vivo della presenza di Dio,  scomparsa di inibizioni, una energia nuova,  quasi una ristrutturazione della personalità,  nuova attrattiva per la preghiera,  specialmente quella di lode e di ringraziamento,  partecipata anche con la corporeità,   un gusto nuovo per la scrittura,  cadono prevenzioni sulla chiesa,  sui sacramenti,  il cuore si apre all’amore verso il prossimo. 

Altra opera che attraverso l’azione gratuita dello Spirito, è la distribuzione di quei doni carismatici con i quali i fedeli di ogni ordine, vengono resi idonei e pronti ad assumersi varie opere e uffici utili al rinnovamento della chiesa (Lumen G.12)

L’esperienza del deserto dopo che Gesù fu battezzato, lo Spirito portò Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo. Ad un certo momento lo Spirito agisce con noi allo stesso modo. Generalmente prima ci rinforza nella gioia, ci fa crescere, si fa sentire, ad un certo momento non sentiamo più come prima.

Non è che lo Spirito si è ritirato è che il Signore vuole rinforzare la nostra fede. La fede non è un dono che si accoglie solo con il sentimento, ma con la volontà, con l’intelligenza con fedeltà continua in ogni momento.  Ed è proprio per far crescere queste E altre facoltà in un armonioso equilibrio cristiano che Dio permette questa prova. Pertanto è una spinta ad andare avanti non a retrocedere: è una crescita. 

Le tentazioni Dopo l’Effusione, lui ti tenterà in vari modi:

– Ti suggerirà dopo un certo tempo o anche molto presto, che tutto ciò che hai vissuto nell’effusione è pura fantasia, illusione o autosuggestione;

– Se non hai avuto immediatamente, al momento della preghiera dei fratelli, la manifestazione dei doni, il tentatore ti suggerirà che il Signore vuole bene agli altri ma non a te, che sei complessato e chiuso e che con te non c’è niente da sperare.

– un’altra tentazione è di crederti arrivato, hai un tale dono e quindi sei un super cristiano, questo è l’atteggiamento del fariseo quello che Gesù rimprovera di più.

Queste tentazioni affiorano coscientemente nella mente di tutti. Occorre identificarle, fare discernimento e allontanarle con la preghiera, l’umiltà e l’aiuto dei fratelli più anziani della Comunità. 

In ultimo siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi di umiltà perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili. Siate temperanti, vigilate, il vostro nemico il diavolo come leone ruggente va in giro cercando chi divorare (1Pt 5,8-9). Resistetegli, saldi nella fede. La Tua protezione è la fede della Comunità. Significa che là dove sei troppo fragile suppliscono i tuoi fratelli. La comunità è come una cordata di alpinisti legati gli uni agli altri e il capo cordata è Gesù che ha già raggiunto la vetta.

Questa chiamata da parte di Gesù vuole invitarci a vivere la vita nello Spirito, ci ha chiamati a vivere in una comunità carismatica.

Non sei più solo, non agisci più per conto tuo, ma unito a tutti gli altri in armonia con l’insieme del Corpo di Cristo del quale sei membro.

Se tu sei unito al Corpo non hai niente da temere, sei in Gesù:

“Io sono la vera vite e il Padre mio il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io con voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane unito alla vite, così anche voi se non rimanete in me. Chi rimane in me e io in Lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla” (Gv. 15, 1-5). Amen