“… se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito;”

7 Maggio 2024 Martedì VI Settimana di Pasqua
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 16, 5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Parola del Signore.
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Il Paraclito – non lasciamoci ingannare dall’assonanza italiana che ci porterebbe fuori strada – non viene mandato per “parare” o per “riparare”. La parola è greca e il suo significato è “Consolatore”.
La sua azione allora è quella di “consolare” che, però, non va presa alla leggera come una operazione a buon mercato, tanto per rassicurarci in un momento di tristezza.
La sua missione è alta e impegnativa e, presso di loro, sia pure in una forma invisibile, farà le veci di Gesù: cambierà la tristezza in gioia e farà luce su quello che di lì a non molto accadrà a lui.
Sul peccato che consiste nel rifiuto di credere il lui; circa la giustizia, perché farà capire che Gesù aveva ragione nel dire di dover tornare al Padre; riguardo al giudizio, perché la verità profonda è che proprio la sua morte farà capire al mondo che con il dono della sua vita lui è il vincitore, perché i veri sconfitti sono la morte e il maligno che lui chiama principe di questo mondo. Altro che Consolatore… lo Spirito Santo è foriero di Gioia e di vita nuova.