Quello che hai preparato, di chi sarà?

17 Ottobre 2022 XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.
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La domanda che Gesù nella parabola pone alla fine della vita dello stolto resta sospesa, anche se per noi – stando alla legislazione odierna – dovrebbe essere abbastanza facile rispondere.
Sta di fatto che – nonostante le leggi dettagliate – non sono rare ancora oggi le difficoltà e neppure i casi di litigio tra gli eredi al momento della spartizione dei beni del defunto.
Ma la domanda Gesù non la pone per gli eredi, bensì per colui che ha accumulato i suoi beni convinto di goderseli lui stesso per tutto il tempo della vita rimanente, che immaginava, illudendosi, che fosse molto lunga.
Gesù non gli ricorda la ‘sorpresa’ della morte per mettergli paura, ma soltanto per suggerirgli il  modo come vivere il presente, e comunque di stare attento a non fare i conti senza l’oste.