13 Settembre 2022 Martedì XXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-17)
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Parola del Signore.
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In questa occasione Gesù appare rivestito di quel glorioso potere sopra la vita e sopra la morte e il popolo grida: «Un grande profeta è sorto fra noi» e «Dio ha visitato il suo popolo». Molti su questa terra ammirano Gesù, ma l’ammirazione non si trasforma facilmente in conversione. Molti dicono che se il mondo fosse come Gesù dice che deve essere, avremmo il paradiso su questa terra.
Perché allora il cambiamento non avviene? Per una ragione semplicissima: il cambiamento avviene solo se si sceglie Gesù come ragione della propria vita, con una scelta di volontà lucida, chiara, decisa.
Solo la scelta che avviene nello Spirito Santo cambia la vita radicalmente. Se non c’è scelta si ha l’adattamento e l’accomodamento, e la vita continua come se Gesù non ci fosse.