11 Febbraio 2022 Venerdi V Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Parola del Signore.
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Quel «ha fatto bene ogni cosa» è perché Gesù è pienamente preso dall’amore al Padre: non ha altra cosa al di fuori del compimento della volontà del Padre, non ha nessuna cosa propria da difendere, dice infatti: «Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Gv 4,34). È totalmente libero da se stesso, disponibile all’amore, per questo ha fatto bene ogni cosa. Proprio perché ci ama ha voluto prendere una forma umana, ha voluto diventare uno di noi, ha preso le forme dello schiavo, del servo, dell’ultimo in modo da essere vicino a noi affinché la nostra vita fosse dentro di lui.