6 Novembre 2021 Sabato XXXI Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,9-15)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
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Non esiste una ricchezza pulita e una ricchezza sporca, ma ogni ricchezza è iniqua. La ricchezza è disonesta perché colui che tiene la ricchezza si fa possedere da essa. È iniqua nella sua origine, iniqua per il fatto che diventa fondamento di vita e scopo di vita, perché quando uno pone la sua fiducia e la sua sicurezza nel denaro, immediatamente si distacca dal suo prossimo. «Nessun servitore può servire due padroni». È indispensabile fare chiarezza dentro di te: essere del Signore è una tua scelta chiara e precisa? Il Signore è l’unico Signore della tua vita o ci sono altri “signori” nella tua vita?