4 Novembre 2021 Giovedì San Carlo Borromeo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
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Gesù non guardava al peccato, ma al peccatore, lo andava a cercare come un pastore cerca la pecora che si è allontanata dal gregge, come la donna che perde una moneta e rovista tutto finché non la trova. Per questo suo amore “folle” verso ogni uomo, egli risponde ai capi dei Giudei che gli rimproverano di stare con i peccatori e di mangiare con loro: «Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi» (Luca 5,31).
Correre a ricevere il sacramento della riconciliazione, della penitenza, del perdono è gustare la gioia di sentirsi dire: «Io ti assolvo dai tuoi peccati». Confessarsi è gustare quella festa che si fa in cielo per ogni peccatore che si converte.