2 Ottobre 2021 Sabato XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
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«I loro angeli vedono continuamente il volto di Dio».
Guardate che è vero: la Bibbia non parla qui metaforicamente, parla realmente; allora basta mettersi accanto al povero per essere sicuri di rimanere attaccati a Dio!
Dalla bimba cieca, sorda e muta, al bambino che non può muoversi, alla creatura paralizzata, all’ultimo barbone che incontri sulla strada: sono essi i tuoi salvatori e tu sei sempre più povero di loro! Essi sono completamente liberi da tutto ciò che il mondo adora, da tutto ciò da cui è incatenato il mondo, da tutto ciò a cui il mondo tiene. Mi viene da pensare ad esempio alla semplicità dei nostri piccoli portatori di handicap, rispetto a chi tutte le mattine deve pesarsi perché deve vedere se è cresciuto dieci grammi in più, e se è così se ne duole tutto il giorno. Questo è quello che succede nel mondo. I nostri piccoli e i nostri poveri invece ci liberano completamente da queste cose e ci permettono di contemplare ciò che è sciolto da ogni legame: sono loro i nostri maestri di vita.
Considerate le persone con handicap come dei potenti riflettori dello Spirito; non relegateli al secondo posto, non correte il terribile rischio di separarli dalla vostra vita!