21 Settembre 2021 Martedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9.9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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Quando io sono occupato dal mio orgoglio, se io non mi metto in preghiera non ce la faccio a liberarmi dal mio orgoglio e allora non posso sentire lo Spirito dentro di me.
Quando sono oppresso dall’indifferenza verso gli altri e mi difendo dalla chiamata d’amore che mi viene dall’alto, io mi blocco in me stesso e non mi apro allo Spirito e quindi non riesco a camminare, non riesco ad amare, sono nel peccato.
Misericordia! Sei nel patto di morte! Ma perché devi rimanere così? Dio però non ti abbandona mai! Gesù non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori. Allora è molto meglio quando diciamo insieme: «Perdonaci i nostri peccati». E poi vai, nella gioia della vita! Ovunque passerai, passerà un senso di pace, di gioia, di perdono, di riconciliazione, di amore. Siate quello che voi siete in Cristo Gesù.