21 Luglio 2021 Mercoledì XVI Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 1-9)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
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L’uomo raggiunge il massimo della sua grandezza nell’attimo in cui sceglie se fare o no una cosa, se farla in un modo o in un altro.
Se nel momento in cui devi fare una scelta parla in te il peccato, ti spinge ad agire il peccato, la forza dell’orgoglio è determinante, l’invidia diventa potente, rancore o gelosia battono parecchio. Scegliere vuol dire gettare la propria vita e allora in quel momento corri il rischio di gettarla nella vanità, nell’orgoglio, nella superbia. È in quel momento che mi lascio invadere da Dio o mi lascio invadere dal mio peccato. Bisogna avere la forza di spezzare la pietra in un superamento continuo: è il lavoro interiore. La goccia scava la pietra, il lavoro interiore è quella goccia. Se io non faccio questo lavoro interiore non spezzo la pietra e rimango pietra.
Spezzare la pietra, in modo che quel terreno buono produca il 100, il 60 e il 30 per uno: questo è il lavoro interiore, la santità di Dio che si manifesta!