19 Novembre 2020 Giovedì XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
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Ebbene sì, Gesù in quel momento vedendo la città dall’alto – probabilmente dal colle degli ulivi – e immaginando a cosa sta andando incontro, ma anche a tutto quello che per essa aveva detto e fatto per portare i suoi abitanti a conversione… piange.
Non tanto perché prevede la sua rovina, ma ancor più perché davanti alla sua mente passano i cuori chiusi e le parole di rifiuto di coloro che hanno rifiutato la conversione. È troppo grande quel dolore! Per loro andrà a morire ma intanto la compassione non regge e piange.
Ma proprio questo lo rende ancor più grande perché mettendo da parte la divina onnipotenza, per amore si lascia intenerire e abbraccia l’umana impotenza. E soffre più di noi… e piange lacrime amare, scaturite dal suo tenero cuore di Padre e di Madre!