7 Novembre 2020 XXXI Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,9-15)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui.
Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
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Il nemico fondamentale all’amore di Dio è il denaro. Chi accumula ciò che non gli è direttamente necessario perché trova in quella quantità di beni posseduti la sua sicurezza, esclude Dio. Quindi Gesù dice: «O metti la sicurezza là o la metti in me, le due cose sono inconciliabili: non ci possono essere due padroni!».
Il tuo io vuole mettersi al posto di Dio, vuole cercare altre sicurezze, vuole cercare altri punti di riferimento, mentre Dio ti vuole continuamente con lui, quindi c’è una conflittualità continua per cui devi sempre riscegliere il tuo Dio!
Dio è la nostra garanzia e sicurezza? E’ la nostra base sicura?