15 Ottobre 2020 Giovedì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
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Il discorso di Gesù si sposta ora ai dottori della legge. Lo hanno voluto loro che, sentendosi toccati e offesi dalle parole che Gesù aveva rivolto agli scribi e farisei, si sono risentiti, come a voler pretendere delle scuse, ma Gesù aggiunge altro e, ritenendoli colpevoli di un comportamento scorretto nei confronti di Dio, smaschera la loro ipocrisia e li rimprovera duramente perché si sono proclamati detentori della conoscenza della volontà di Dio confondendola con le loro convinzioni e pretendono che gli altri si comportino secondo le loro interpretazioni false e interessate.
Purtroppo proprio questa loro falsità impedirà a loro di aprirsi al Dio della misericordia e anche agli altri di aprirsi alla persona di Gesù che della Legge è il Maestro e della misericordia il volto.
Quel che è peggio è che sono talmente ostinati che neppure quel “Guai” di Gesù che suona come una minaccia riesce a far cambiare loro idea.