8 Ottobre 2020 Giovedì XXVII settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,5-139
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
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La preghiera di domanda parte dalla consapevolezza che siamo figli di Dio: nella misura in cui ne sono consapevole, io mi sento in famiglia e allora quando inizio a pregare chiamo Dio Padre.
Ci vuole perseveranza nella preghiera: il Signore dice di chiedere senza smettere perché mentre chiedi e non ottieni tu manifesti sempre di più la tua povertà e allora il Signore diventa il tuo tutto.
Che bello avere questa fiducia nel Signore, essere sempre nel Signore! Allora sì che, essendo nel Signore, diventiamo una trasfusione d’amore che viene fuori e coinvolge tutti gli altri!