16 Settembre XXIV Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite:
“È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
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Che strani questi ragazzi del muretto, insoddisfatti; strani per quei tempi non per questi nostri giorni in cui è tanto facile incontrarli – forse meno in piazza o sul muretto e tanto solitari e appiccicati ai loro cellulari – col volto pensieroso e perennemente insoddisfatti, pronti a scrivere messaggini di lamenti, oppure ad organizzare incontri virtuali!
Dire: “che strani!”, forse valeva per allora, perché oggi la cosa, se proprio non riguarda la grande maggioranza, in effetti la si considera normale; e i volti insoddisfatti non li si incontra solo nella piazza – qui se ne vedono pochi! – ma soprattutto in casa e – addirittura -, quasi ovunque.
Il senso della gioia e della festa sembrano smarriti e qualunque sia lo strumento che si suoni, anche per i bambini – e non solo per quelli più grandi – l’indifferenza e l’insoddisfazione sono i sentimenti che sembrano aver preso il sopravvento nella loro vita.