5 Settembre 2020 Sabato XXII Settimana del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
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La domanda – almeno questa- è più che lecita; e i farisei hanno tutto il diritto di proporla e di ricevere risposta. Il problema è che loro sono chiusi per principio di fonte a qualsiasi risposta che non corrisponda a quello che loro hanno in mente. Ed, infatti, è esattamente quello che succede.
Forse – se vogliamo fare i buoni e trovare una ragione che vada loro incontro – sarà stato perché sorpresi dal fatto che a rispondere è stato lo stesso Gesù e non i suoi discepoli ai quali avevano posto la domanda. La verità, però, è un’altra ed è che loro mai avrebbero potuto immaginare di avere una risposta così chiara e precisa, e per di più con tanto di citazione scritturistica che loro avrebbero dovuto già conoscere, o magari conoscevano anche bene, ma non avevano presa in considerazione.
L’occasione per Gesù è anche propizia per dire a loro, ma anche per tutti, che il Figlio dell’uomo – e cioè lui – è signore anche del sabato.